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Il Re agli Oscar: Baz Luhrmann incanta con il suo Elvis

In volo verso la roccia dell’eternità

Elvis

Lo aspettavamo ed è arrivato. Immancabile nella lista dei biopic la vita dell’unico e solo Elvis Presley, raccontata dalla sensibilità e dall’intelligenza del regista Baz Luhrmann, che ci offre uno scorcio scintillante e commovente di un artista che ha segnato il mondo con la sua voce.

Elvis: costruzione e distruzione di un mito

Il film si dirama agli occhi dello spettatore attraverso una duplice narrazione, quella condotta dal Colonnello Parker (Tom Hanks) e quella raccontata dal punto di vista di Elvis Presley che, a tratti durante il film, non sembra più essere il protagonista, bensì una semplice spalla.
Un ragazzino, vissuto in povertà a causa dei debiti da gioco del padre, cresce nella città di Tupelo a ritmo di jazz, blues e cori gospel, dimostrando fin da subito il suo enorme talento con la voce e con il ballo. Un talento che non passa certo inosservato agli occhi dell’imbonitore Colonnello Tom Parker, anch’egli meschino e ludopatico, che lo trasforma nella sua personale slot machine. La pellicola, infatti, si apre con una domanda: chi ha ucciso davvero Elvis Presley?

L’artista è morto all’età di 43 anni nella sua abitazione a Memphis, ma la sua dipartita è iniziata anni prima, lenta e impercettibile, quando Elvis ha affidato la sua carriera e, di riflesso, il suo futuro, a Tom Parker.
Per non spoilerare fin troppo sul film, aggiungo che quest’ultimo non è solo un biopic elegantemente elaborato, ma offre anche uno spaccato sull’industria musicale statunitense a cavallo tra anni ’50 e ’70, mostrando come si trattasse di un sistema ancora in fase di sperimentazione e, per questo motivo, ricco di falle e abusi.

Fonte immagine: anonima cinefili

Elvis: l’uomo dietro la corona del Re

Elvis Presley non è stato solo un grandissimo cantante, interprete, artista, musicista. Il film racconta alla perfezione la sua natura ribelle nei confronti di una società razzista e bigotta; generosa e riconoscente verso la sua famiglia e, in modo particolare, verso la madre che lo ha cresciuto e protetto, a cui ha regalato l’omonima villa Graceland.

Ma dietro la corona viene dipinta anche un’altra persona, fragile, incapace di reagire e, alla fine, arresa. Il dualismo tra il Re e l’Elvis nascosto ai riflettori viene proposto dal regista attraverso repentini cambi di scena, caratterizzati da un eccesso di elementi visivi, colori, sfumature, inquadrature, che segnano i passaggi più trionfanti dell’artista, ma anche quelli più disagiati, in cui l’abbattimento emotivo del protagonista è accompagnato da segmenti caotici e scoordinati.

Elvis: sul palco degli Oscar

Fonte immagine: rumors.it

Baz Luhrmann fa centro e il suo film ottiene ben 8 nomination agli Oscar 2023.
Non possiamo non citare l’interprete Austin Butler, che si è distinto magnificamente nel rendere al meglio le doti del protagonista Elvis, lasciando di stucco gli spettatori che fino a questo momento lo avevano visto solo in qualche film o serie televisiva di poco conto.
In corsa per la nomination come miglior attore protagonista, Austin Butler dovrà vedersela con grandissimi interpreti, tra cui la fenice riemersa dalle ceneri, Brendan Fraser con il suo The Whale.
Insomma, si prospetta una competizione avvincente e, chi sa se la voce profonda e quei movimenti di bacino porteranno Elvis finalmente fuori da Las Vegas, in volo verso la roccia dell’eternità.


Autore articolo

Sara Giovannoni

Sara Giovannoni

Redattrice

Copywriter pubblicitario, cinefila, nerd.
 Cerco di vivere la vita sempre con la curiosità e lo stupore di un bambino.
Amo scrivere delle cose che mi appassionano,
ecco perché spero di pubblicare, prima o poi, il mio libro sul Giappone.
 
Intanto keizoku wa chikara nari. 
Se volete, andate a cercare il significato!

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