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Decarbonizzazione per salvaguardare la salute della Terra: l’accelerata

Si allunga la lista delle iniziative per combattere i cambiamenti climatici e rendere il nostro pianeta sempre più carbon neutral

decarbonizzazione - foreste

Solo pochi giorni fa si è celebrato, si fa per dire, l’Earth Overshoot Day, il giorno in cui abbiamo terminato le risorse a disposizione per l’intero anno. Da fine luglio sino al 31 dicembre, dunque, saremo in debito con la Terra, prendendo in prestito le risorse a disposizione per l’anno prossimo. I nostri ritmi di vita, i consumi, i comportamenti, non sono sostenibili e il nostro pianeta sta pagando un caro prezzo. Per questo motivo stanno prendendo piede, sempre con più forza e consapevolezza, iniziative per salvaguardarlo e rendere le nostre economie sempre più neutrali attraverso la decarbonizzazione.

Il recente meeting di Napoli con il G20 dei Ministri dell’Ambiente ha rappresentato una svolta importante in termini di scelte politiche[1]. A distanza di 5 anni dall’Accordo di Parigi sul clima, nessun Paese, neanche quelli più scettici, se la sente di mettere in dubbio le decisioni prese nella capitale francese. Non dopo tutti i disastri ambientali ai quali abbiamo assistito e stiamo assistendo con cadenza quasi quotidiana.

58 punti su 60 sono stati approvati: sì all’accelerata su energie pulite, adattamento e mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, finanza verde, ricerca e sviluppo, città smart e resilienti. Niente da fare, invece, sui due punti più ambiziosi: mantenere il riscaldamento globale al di sotto dell’1,5°C e la scelta di chiudere tutte le centrali a carbone entro il 2030. Cina e India hanno detto no ma il tutto è stato rimandato ad ottobre prossimo, con il G20 dei Capi di Governo in programma a Roma.

decarbonizzazione - ecosistemi

Decarbonizzazione, l’Unione Europea vuole accelerare e superare gli obiettivi di Parigi

L’Unione Europea vuole assumere il ruolo di leader della campagna verso una neutralità climatica che, al momento, è fissata al 2050. Ma come arrivarci? Le trattative, come abbiamo visto, sia a livello mondiale che continentale, vanno avanti ma si punta ad una forte accelerata. Sul tavolo ci sono una dozzina di proposte da sottoporre all’attenzione degli Stati dell’Unione. Le proposte del piano Fit for 55 dell’Unione Europea guardano lontano:

  1. Limiti di emissione più rigorosi per le auto, che dovrebbero effettivamente porre fine alle vendite di nuovi veicoli a benzina e diesel entro il 2035;
  2. Una tassa sul carburante per aerei e un’esenzione fiscale di 10 anni per le alternative a basse emissioni di carbonio;
  3. Una cosiddetta tariffa carbon border, che richiederebbe ai produttori al di fuori dell’UE di pagare di più per l’importazione di materiali come acciaio e cemento;
  4. Obiettivi più ambiziosi per l’espansione delle energie rinnovabili in tutto il blocco;
  5. Un requisito per i paesi di rinnovare più rapidamente gli edifici che non sono considerati efficienti dal punto di vista energetico[2].

Secondo le previsioni, il 30% del budget dell’Unione sarà destinato al clima ma non tutti sono a favore. I Paesi dell’est Europa risultano ancora troppo legati alle risorse fossili mentre la lobby Business Europe denuncia possibili eccessive destabilizzazioni degli investimenti nei settori industriali su acciaio, cemento, alluminio, fertilizzanti ed energia elettrica. Di altro avviso gli ambientalisti, persuasi che queste misure non siano abbastanza efficaci per tutelare ecosistemi e biodiversità.

Decarbonizzazione: stop ad auto a benzina, diesel, ibride, metano o gpl entro il 2035

Si era parlato di stop alle auto a benzina e diesel entro il 2035 ma in realtà si parla anche di mezzi a metano, gpl e ibride plug-in, per ridurre le emissioni del 55% rispetto ai livelli del 1990, entro il 2030. Un obiettivo che l’Unione intende finanziare al 50% attraverso incentivi nazionali per l’acquisto di mezzi a 0 emissioni e per la riqualificazione energetica degli edifici. In più, si prevede di aumentare la tassazione per la CO2 così da incentivare cittadini ed aziende verso opzioni più neutrali ed accelerare la decarbonizzazione.

decarbonizzazione  - auto

L’obiettivo è assolutamente ambizioso ma le istituzioni europee contano di riuscirvi con la partecipe collaborazione degli Stati membri chiamati a potenziare la rete di ricarica e ad installare punti di rifornimento ad intervalli regolari sulle principali autostrade. Si parla di 60 km per le auto elettriche e 150 km per quelle a idrogeno, mentre 100 km per i mezzi pesanti con 300 kW di capacità di ricarica rapida per le auto e 1.400 kW per i mezzi pesanti[3].

Nonostante la flessione dovuta alla pandemia, nel 2020 il numero delle auto elettriche vendute in Italia è triplicato, passando ad 1 milione all’anno. Entro il 2030 si auspica di averne 30 milioni in circolazione.

Decarbonizzazione e soluzioni basate sulla natura, assieme per limitare l’aumento delle temperature

Accanto alle iniziative per la decarbonizzazione, gli scienziati stanno lavorando alla definizione di una serie di iniziative basate sulla natura per limitare l’aumento delle temperature globali. Per valutarne l’effettivo impatto, si sono presi come riferimento gli scenari di aumento delle temperature previsti per il futuro: +1,5°C entro il 2055, +2°C nel 2085 e +3°C entro il 2100. Per valutarne l’effettiva validità, occorre considerare il potenziale di assorbimento di carbonio a lungo termine, l’impatto sulla biodiversità, equità e gli obiettivi di sviluppo sostenibile prefissati.

Secondo le previsioni, le soluzioni climatiche naturali possono aiutare in 3 modi:

  • Fermando le emissioni così da proteggere gli ecosistemi e bloccare il rilascio di carbonio,
  • Ripristinando gli ecosistemi per favorire il “sequestro” di carbonio,
  • Migliorando la gestione del territorio (legname, colture, pesca) per limitare le emissioni.

Le proposte più credibili sono quella di aumentare la copertura forestale globale, ripristinare 678 milioni di ettari di ecosistemi (cioè un’area estesa 2 volte l’India), oltre la salvaguardia degli ecosistemi già esistenti. Queste misure potrebbero essere in grado di assorbire CO2 evitando emissioni per un tasso di 10 gigatonnellate all’anno, pari al totale delle emissioni globali del settore trasporti.

decarbonizzazione

A ciò andrebbero aggiunti gli sforzi per lo stoccaggio di CO2 (BECCS) nei pozzi esausti e per evitare gli incendi delle foreste, specialmente quelle antiche e/o pluviali. Ovviamente, come dicevamo in apertura, si tratta di iniziative che da sole non bastano per raggiungere la decarbonizzazione.

Ci sono molti esempi di progetti di buone pratiche. “Ad esempio, le foreste di mangrovie nell’India orientale, protette dalla deforestazione dal 1985, hanno dimostrato di proteggere le regioni costiere dagli impatti negativi dei cicloni molto meglio delle difese artificiali, assorbendo anche il carbonio 14. Nella foresta pluviale tropicale della Sierra Leone, l’agroforestazione del cacao – dove il cacao è piantato con alberi per fare ombra, insieme ad ananas, peperoncini e mais come ulteriore fonte di cibo e reddito – ha dimostrato di produrre cacao in modo sostenibile riducendo al contempo la disboscamento delle foreste. Un progetto agroforestale nel Parco Nazionale della Foresta Pluviale di Gola, avviato 30 anni fa, ha aumentato la biodiversità e la redditività delle colture, risparmiando circa 500.000 tonnellate di carbonio ogni anno attraverso il sequestro ed evitando la deforestazione”[4].

L’esperimento forestale più grande del mondo

Se è vero che il legno è e continuerà ad essere una risorsa necessaria mentre la biodiversità continua il suo declino, come è possibile bilanciare queste due necessità? I ricercatori americani hanno intenzione di studiare meglio questo rapporto conducendo un esperimento sulla Elliot State Forest in Oregon[5]. Si tratta di 33 mila ettari di terreno diviso in 40 sezioni sui quali verranno testati quattro approcci: disboscamento selettivo, dissodamento ed un mix di queste due soluzioni nei restanti approcci.

decarbonizzazione - monocolture

L’obiettivo è quello di valutare i parametri sui livelli di carbonio della foresta, il livello di salute della stessa e la diversità di insetti, uccelli e pesci. La decisione è stata approvata da ambientalisti, cacciatori, taglialegna e comunità locali. Si tratta del primo esperimento su larga scala di silvicoltura che servirà a conoscere gli effetti a lungo termine di questo tipo da attività. Insomma, tanto si può fare per aiutare il nostro pianeta. Resta da capire quale sia la formula giusta.


[1] S. Secondino, “G20 Ambiente, accordo parziale sul clima”, Ansa, 2021. Consultabile al seguente indirizzo: https://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/clima/2021/07/23/g20-ambiente-oggi-i-temi-piu-difficili-clima-ed-energia_25ceceb2-11f0-43ad-88c0-aabe4c8a8af0.html

[2] BBC News, “EU unveils sweeping climate change plan”, 2021. Consultabile al seguente indirizzo: https://www.bbc.com/news/world-europe-57833807

[3] S. Pini, “La UE propone lo stop di diesel, benzina e ibride (anche plug-in) nel 2035”, Il Sole 24 Ore, 2021. Consultabile al seguente indirizzo: https://www.ilsole24ore.com/art/europa-stop-auto-benzina-e-diesel-2035-anche-ibride-plug-in-ora-e-proposta-AEybCxW?refresh_ce=1

[4] C. A. Girardin, S. Jenkins, N. Seddon, M. Allen et al, “Nature-based solutions can help cool the planet — if we act now”, Nature, 2021. Consultabile al seguente indirizzo: https://www.nature.com/articles/d41586-021-01241-2?utm_source=Nature+Briefing&utm_campaign=da5e2722a2-briefing-dy-20210513&utm_medium=email&utm_term=0_c9dfd39373-da5e2722a2-46136706

[5] J. Tollefson, “Controversial forestry experiment will be largest-ever in United States”, Nature, 2021. Consultabile al seguente indirizzo: https://www.nature.com/articles/d41586-021-01256-9?utm_source=Nature+Briefing&utm_campaign=ae1b176822-briefing-dy-20210521&utm_medium=email&utm_term=0_c9dfd39373-ae1b176822-46136706

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Autore articolo

Martina Shalipour Jafari - autore

Martina Shalipour Jafari

Redattrice

Giornalista pubblicista ed esperta di comunicazione digitale.
Instancabile lettrice e appassionata di cinema.
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