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E tu, sai che ore sono sulla Luna?

In vista di una nuova era di esplorazioni, agenzie e compagnie spaziali devono provvedere alla definizione di un tempo lunare

luna

Siamo all’alba di una nuova era, un’era di nuove esplorazioni spaziali, che avranno come loro protagonista indiscussa la Luna. Sono già dozzine, infatti, le missioni in programma per i prossimi dieci anni almeno, prime fra tutte le Artemis: obiettivo prima donna e prossimo uomo sulla Luna entro il 2024. Pensate che potremo farcela? In realtà, non diremmo nemmeno che sia questo, in assoluto, il progetto attualmente più ambizioso…

ESA, NASA e altre organizzazioni spaziali stanno, infatti, iniziando a considerare in maniera più concreta la necessità – e l’effettiva possibilità – di introdurre un orario lunare per misurare il tempo al di fuori dalla Terra. L’esigenza è meramente pragmatica: in questo modo ci si saprebbe coordinare al meglio, come già detto sopra, dato l’elevato numero di missioni in programma. Ma come stabilire che ore sono sulla Luna?

Alla ricerca del tempo lunare[1] 

La questione è stata (ri)sollevata a fine dello scorso anno, quando i rappresentanti delle principali agenzie spaziali di tutto il mondo si sono riuniti, nei Paesi Bassi, presso il Centro europeo per la ricerca e la tecnologia spaziale dell’ESA. Il problema principale ruota proprio attorno al come, al come stabilire, però, che ore siano sulla Luna in maniera tanto condivisa quanto univoca. Il punto non è, infatti, che non si siano ancora mai individuati criteri sulla base dei quali calcolare l’orario lunare, non è questa la cosa più difficile da fare, a quanto pare; il punto è, invece, che non se ne siano ancora mai individuati di ufficiali, di comuni a tutte le agenzie e compagnie spaziali.

Un metodo piuttosto diffuso è, ad esempio, quello di utilizzare come riferimento l’orario del luogo sulla Terra dove si ha il proprio centro di controllo, come accaduto anche nel caso delle missioni Apollo tra il 1966 e 1972, quando la NASA aveva il proprio centro di controllo a Houston, in Texas. Sempre in quegli stessi anni e sempre nell’ambito delle stesse missioni spaziali, però, si è impiegato anche un altro metodo, quello basato sul calcolo del tempo trascorso dal lancio, il cosiddetto MET, dall’inglese “mission elapsed time”: “Se qualcuno avesse chiesto a Neil Armstrong o Buzz Aldrin, le prime due persone a camminare sulla Luna, che ora fosse durante un certo momento della loro missione avrebbero probabilmente risposto: «97 ore e 43 minuti MET»”[1].

Per i membri degli equipaggi è molto più semplice, infatti, potersi regolare in base alla quantità di tempo trascorsa dall’inizio del proprio viaggio che in base ad un fuso orario, utile invece sulla Terra per regolare l’alternarsi del giorno e della notte. Ma già solo sul nostro pianeta di fusi orari ce ne sono tanti e, perdipiù, nello spazio l’alternanza giorno-notte non è comunque detto che sia la stessa: alcuni cicli di luce e di buio possono durare, ad esempio, anche appena 90 minuti. Così, ai due metodi sopracitati già utilizzati per calcolare l’orario lunare, se ne aggiunge anche un terzo, che consiste nel servirsi dell’UTC, il tempo coordinato universale, ovvero il fuso orario di riferimento globale da cui partono tutti gli altri nel mondo.

A chi spetta decidere che ore sono sulla Luna?

A questo punto è facile comprendere cosa significhi l’assenza di uno standard, è chiaro che ci lascerebbe nel caos. Tuttavia, oltre a dover decidere il come, bisogna anche stabilire il chi potrà e dovrà prendere questa decisione per tutti. Sulla Terra, ad occuparsene è l’ITU, l’Unione internazionale della telecomunicazioni, un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite. Dunque, il primo step sarà quello di provvedere alla creazione di un ente internazionale e sovranazionale a cui affidare la responsabilità della gestione del tempo sulla Luna.

La definizione del tempo lunare rientra in maniera essenziale all’interno del programma di sviluppo di “LunaNet”, un progetto della NASA, che il responsabile dell’ESA per i sistemi di navigazione lunari, Javier Ventura-Traveset, ha descritto come la “struttura di standard, interfacce e protocolli condivisi che consentirà alle future missioni lunari di lavorare insieme”[2].

Ovviamente, la questione è molto complessa, il progetto è decisamente ambizioso, soprattutto perché per riuscire nel suo intento dovrà avvalersi della disponibilità dei governi, quelli da cui dipendono le diverse agenzie spaziali nazionali, e poi dalla collaborazione di tutti, Stati Uniti con Russia, Russia con Stati Uniti, quest’ultimi con la Cina e viceversa.  Chissà tra quanto potremo anche noi darci appuntamento sulla Luna.


[1] https://www.ilpost.it/2023/03/04/luna-ora/ 

[2] Ibidem.

Autore articolo

Federica Fiorletta

Federica Fiorletta

Redattrice

Laureata in Lingue, Culture e Traduzione Letteraria. Anglista e francesista, balzo dai grandi classici ottocenteschi alle letterature  ultracontemporanee. Il mio posto nel  mondo è il mondo, viaggio – con il corpo e/o con la mente – e vivo per scrivere.

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