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Red: la rivoluzione della Pixar

Il nuovo film Disney Pixar è un elogio alla libertà individuale e all’adolescenza.

red - pixar

Red è il numero 25 nella filmografia della Pixar ed è uscito direttamente sulla piattaforma on-demand di Disney lo scorso marzo.
Alcuni lo hanno considerato erroneamente un film di serie B, complice anche l’aver saltato il prestigio della sala, ritenendo la Pixar non più in grado di “fabbricare sogni” come una volta. Eppure, la nota casa di produzione è riuscita a tirar fuori due pellicole eccezionali (Luca e Red) – entrambe distribuite al pubblico direttamente in casa – che segnano una rivoluzione nel modo di raccontare storie rivolte al pubblico giovanile. E Red ne è la dimostrazione più assoluta.

Red: la rivoluzione della Pixar. Tra giovinezza e maturità

RED – Locandina.
Fonte: Disney.it

Anche in Red, il mondo Disney Pixar ci è immediatamente familiare, quello che cambia davvero è il modo in cui ci viene presentato: filtrato attraverso lo sguardo femminile.

Ci troviamo a Toronto nei primi anni del 2000 e Meilin, detta Mei Mei, è una bambina cinese di 13 anni intelligente, arguta e sicura di sé. Ma la vita di Mei Mei, come anche la sua personalità, è spezzata in due: unica e divertente quando si trova in compagnia delle sue migliori amiche, seria e diligente quando torna a casa da sua madre Ming. Meilin vive in un tempio cinese, il tempio del Panda Rosso, e ogni giorno si dedica alle faccende domestiche reprimendo ogni altra passione o interesse per non recare dispiacere alla madre. Tuttavia, questo stile di vita finirà per mettere i nervi di Mei Mei alle strette, facendola esplodere in un enorme, peloso panda rosso.
Si tratta di una classica storia di formazione che però di classico ha ben poco.

Diretto dalla regista premio Oscar Domee Shi (per il cortometraggio Bao) e scritto da altre autrici donne, Red è un film che si rivolge dichiaratamente a un pubblico femminile. Mette in mostra tutte le difficoltà del viaggio dell’eroina, trattando temi come i ruoli sociali di genere, il primo ciclo, il desiderio sessuale attivo pre-adolescenziale con estrema intelligenza, leggerezza e ironia. Un percorso di crescita che non inizia nel mondo esterno, bensì all’interno del nido familiare, in cui non c’è schieramento tra forze del bene e quelle del male, ma solo una famiglia, con tutto ciò che questo implica.

Red: la rivoluzione della Pixar. Quando lo stile dice tutto

Red è stato definito anche il primo anime della Pixar. Questo perché nel corso del film i protagonisti assumono caratteristiche tipiche dei personaggi degli anime giapponesi per esprimere le loro emozioni: occhi enormi e luccicanti, momenti di sospensione con stelline e brillantini, pensieri sotto forma di sketch. Questa scelta di stile non è immotivata. Se ci pensiamo bene, alla fine degli anni ’90-inizi anni 2000, le serie anime giapponesi sono entrate prepotentemente a far parte del nostro immaginario collettivo, portando sul piccolo schermo storie adolescenziali di amore e dramma, di lotta e passione, basti pensare a Rossana, Lady Oscar, Georgie e molti altri. È un modo scherzoso ed efficace di raccontare le emozioni che si vivono quando si è giovani, senza scadere nella pesantezza o, ancora peggio, nell’indifferenza.

Cartone animato ‘Rossana’. Fonte immagine: Oggiscuola.com

Red si apre e si chiude con la rottura della quarta parete. Mei Mei introduce la sua persona e la sua personalità rivolgendosi direttamente al pubblico. Anche questa scelta è un chiaro rimando a prodotti culturali di fine anni ’90 come Lizzie McGuire, ma al contempo strizza l’occhio alla più contemporanea cultura dei vlogging e dei social network, attraverso cui le persone (e in particolar modo i giovani) sono solite raccontarsi.

Red: la rivoluzione della Pixar. Salviamo Ming

Red - film pixar
Mei Mei e sua madre Ming.
Fonte immagine: Vogue.it

Uno dei temi principali di Red, se non il principale, è il rapporto tra Ming e Mei Mei.
Pochi minuti dopo l’inizio del film si capisce subito che tipo di relazione c’è tra le due: Ming è una madre apprensiva, per certi versi severa, morbosamente attaccata alla figlia e ne segue ogni passo. Mei Mei, d’altro canto, è una ragazzina vivace, anche se proveniente da una cultura differente, è perfettamente integrata all’interno della sua cerchia sociale e non ha paura di distinguersi dagli altri. In presenza della madre, però, annulla ogni sua sfumatura di personalità, diventando quasi dipendente dall’approvazione continua di Ming.

Quando Mei Mei mostra i primi cenni di indipendenza, come la volontà di andare a un concerto speciale con le sue migliori amiche oppure la cotta per un ragazzo più grande, Ming finisce per annientare completamente queste volontà attraverso critiche e aggressioni giustificate dall’amore incondizionato che prova nei confronti della figlia. In questo senso, Ming potrebbe apparire come il villain della storia, ma non potrebbe essere più falso. Si tratta del personaggio più profondo, ricco di sfumature e di storia. Anche Ming ha subito la stessa pressione psicologica da sua madre e la sua rappresentazione di donna sicura e diretta decade verso il finale del film, quando viene mostrata una Ming giovane, insicura, arrabbiata e persa.

Fare i conti con se stessi

Il panda rosso diventa così, una meravigliosa metafora della passione, della rabbia, dell’imbarazzo, del desiderio, della liberazione. Tutto ciò che contraddistingue la fase pre-adolescenziale (e non solo), che getta le basi per il futuro in un percorso di accettazione di se stessi e degli altri.
Insomma, la Pixar non ha perso colpi, anzi, è pronta a parlare alle nuove generazioni, puntando tutto su inclusione e normalizzazione di argomenti importanti. Red è stato una prima esplorazione di questa nuova fase che ci regalerà di sicuro altri capolavori. Se non lo avete ancora fatto, correte subito a vederlo!


Autore articolo

Sara Giovannoni

Sara Giovannoni

Redattrice

Copywriter pubblicitario, cinefila, nerd.
 Cerco di vivere la vita sempre con la curiosità e lo stupore di un bambino.
Amo scrivere delle cose che mi appassionano,
ecco perché spero di pubblicare, prima o poi, il mio libro sul Giappone.
 
Intanto keizoku wa chikara nari. 
Se volete, andate a cercare il significato!

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