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Il permafrost si sta sciogliendo: riscoperta e rinascita della megafauna

Storia del rinoceronte che si è perfettamente conservato e degli scienziati che vogliono resuscitare il mammut

Copertina_Megafauna

Nel 1943, il geologo e paleontologo americano Siemon William Muller ha introdotto un nuovo termine nel lessico scientifico, “permafrost” (da “perma” = permanente + “frost” = gelato), per indicare “lo strato di terreno permanentemente gelato che si trova, a profondità non minori di qualche metro, nel sottosuolo di varie zone, specialmente ad alta latitudine e ad alta quota[1].

Nell’emisfero boreale il permafrost ha un’estensione ( sebbene la sua distribuzione non sia omogenea) pari ad un’area di 23 milioni di km2 circa e può raggiungere oltre i 1500 m di profondità[2].

Permafrost_Megafauna

Durante la stagione estiva, l’innalzamento delle temperature comporta un abituale scioglimento del permafrost nella sua porzione più superficiale. Tuttavia, a seguito dei cambiamenti climatici, ovvero del fenomeno noto come “riscaldamento globale”, quello dello scioglimento non risulta più essere, ormai, un evento solamente stagionale. Si tratta indubbiamente di un’anomalia, pericolosa sia per la natura stessa che per l’uomo, ma è vero anche che, proprio grazie allo scioglimento del permafrost, si stanno facendo una serie di grandiose scoperte, come quella del dicembre scorso, quando in Siberia è stato rivenuto un giovane esemplare di rinoceronte lanoso perfettamente conservato – “dove con «perfettamente conservato» intendiamo non solo che l’animale è esteriormente in ottime condizioni, ma ha addirittura gran parte degli organi interni ancora intatti”[3].

Il rinoceronte lanoso: Coelodonta antiquitatis

“Il rinoceronte lanoso […] è una specie estinta di rinoceronte, uno dei rappresentanti più famosi della cosiddetta megafauna del Pleistocene[4], l’era geologica che costituisce la prima parte del Quaternario o Neozoico, ovvero “[i]l periodo più recente della storia geologica della Terra”[5], quello in cui l’uomo ha fatto la sua comparsa e in cui ha avuto luogo l’ultima grande deglaciazione.

Il rinoceronte lanoso, così chiamato perché interamente ricoperto da un fitto strato di pelo, viveva tra Europa e Asia – era particolarmente diffuso in Russia – in un arco di tempo compreso tra i 3,5 milioni di anni fa e i 10.000 anni fa.

Chauvet_Rinoceronte lanoso_Megafauna

Un recente studio condotto da un team di ricercatori dell’Università di Stoccolma, pubblicato lo scorso agosto su Current Biology, avrebbe identificato la causa della sua estinzione non tanto nell’uomo quanto proprio nei cambiamenti climatici: tra due periodi di freddo glaciale, il Dryas antichissimo e il Dryas recente, si è verificato, infatti, un periodo interstadiale caldo e umido, il Bølling-Allerød, che sarebbe il vero responsabile, per l’appunto, della scomparsa di questa specie[6].

La carcassa del rinoceronte è stata trovata non lontano dal luogo in cui, nel 2014, è stato scoperto un esemplare di rinoceronte lanoso vissuto 34.000 anni fa e morto all’età di 7 mesi, un cucciolo a cui è stato dato il nome Sasha. Sappiamo, invece, che l’esemplare più recentemente scoperto è vissuto in un periodo compreso tra i 20.000 e i 50.000 anni fa e che è morto in un’età compresa tra i 3 e i 4 anni[7]: un adolescente, dunque, il primo e unico che sia mai stato rinvenuto, a cui è stato dato il nome Abyisky, da quello dell’area del suo ritrovamento[8].

Abyisky è lungo 236 cm circa ed è alto al garrese 130 cm circa, misure che non si discostano molto dallo standard di un rinoceronte lanoso adulto. L’80% della sua carcassa è rimasta intatta: Abyisky è stato rinvenuto con del pelo color nocciola, un corno e un premolare superiore in ottime condizioni, persino con del grasso sottopelle, anche se ormai polverizzato.

La causa del suo decesso non è ancora certa, ma è probabile che il giovane rinoceronte lanoso sia annegato in un fiume o in una palude, tentando di fuggire dai suoi predatori: sulla pelle gli sono state trovate, infatti, delle tracce di denti.

Il mammut lanoso: Mammuthus primigenius

Si è detto del rinoceronte lanoso che è tra i più celebri rappresentati della megafauna del Pleistocene. A tal proposito, tra tutti, c’è comunque un rappresentante per eccellenza, ovvero il mammut lanoso, la cui specie è per l’appunto la più famosa tra tutte quelle che si sono estinte. Il mammut lanoso viveva tra Europa, Asia e Nordamerica fino a 4.000 anni fa.

Mammuthus primigenius_Megafauna

 

Gli scienziati si stanno adoperando già da diversi anni per resuscitarlo ed è possibile che non bisogni aspettare ancora molto perché ci si riesca. Un team di ricercatori russi e sudcoreani, rispettivamente della North-Eastern Federal University e della Sooam Biotech Research Foundation, ha ottenuto, infatti, un primo grande successo, clonando una femmina di Yakutian Laika, una razza canina siberiana. Kerechene, questo il nome dato al cane, è stata clonata nel 2017 utilizzando un frammento di DNA prelevato dall’orecchio della madre. Dopo questo primo successo al femminile, gli scienziati ne hanno ottenuto un secondo al maschile: Belekh[9]. Kerechene ha partorito sette cuccioli nel 2019 e altri sette nel 2020, nati tutti forti e sani[10].

Per la clonazione dei mammut lanosi si vorrebbero utilizzare cellule estratte da esemplari conservatisi proprio nel permafrost siberiano e un’elefantessa come madre surrogata, per la precisione, una femmina di elefante asiatico (Elephas maximus), il suo parente più prossimo. In Siberia, e più precisamente nella Repubblica di Sacha, esiste già un parco privato in cui è stato ricreato un ambiente uguale a quello in cui vivevano i mammut[11].

Aspettiamo, dunque, altre notizie sensazionali, soprattutto per la gioia dei bambini amanti spasmodici del mammut Manfred (Manny), protagonista della popolare serie cinematografica L’era glaciale.


[1] Treccani, “Permafrost”. Consultabile al seguente indirizzo https://www.treccani.it/enciclopedia/permafrost/.

[2] Cfr. International Permafrost Association, “What is permafrost?”. Consultabile al seguente indirizzo https://ipa.arcticportal.org/publications/occasional-publications/what-is-permafrost.

[3] Gabriele Ferrari, “Dai ghiacciai riemerge il corpo di un rinoceronte lanoso di oltre 20.000 anni fa”, Focus, 13 gennaio 2021. Consultabile al seguente indirizzo https://www.focus.it/ambiente/animali/in-siberia-e-stato-ritrovato-un-rinoceronte-lanoso-perfettamente-conservato.

[4] Ibidem.

[5] Treccani, “Quaternario”. Consultabile al seguente indirizzo https://www.treccani.it/enciclopedia/quaternario/.

[6] Edana Lord et al., “Pre-extinction Demographic Stability and Genomic Signatures of Adaptation in the Woolly Rhinoceros”, Current Biology, vol. 30, n° 19, 13 agosto 2020. Consultabile al seguente indirizzo https://www.cell.com/current-biology/fulltext/S0960-9822(20)31071-X.

[7] Cfr. Valeria Sukhova, “A well-preserved woolly rhino with its last meal still intact found in the extreme north of Yakutia”, The Siberian Times, 29 dicembre 2020. Consultabile al seguente indirizzo https://siberiantimes.com/other/others/news/a-well-preserved-woolly-rhino-with-its-last-meal-still-intact-found-in-the-extreme-north-of-yakutia/.

[8] Cfr. Anna Liesowska, Valeria Sukhova, “Teenage woolly rhino could have been hunted by predators into water, where it drowned”, The Siberian Times, 26 gennaio 2021. Consultabile al seguente indirizzo https://siberiantimes.com/other/others/news/teenage-woolly-rhino-could-have-been-hunted-by-predators-into-water-where-it-drowned/.

[9] Cfr. The Siberian Times reporter, “The moment a cloned Siberian puppy comes face to face with its mother”, The Siberian Times, 26 giugno 2017. Consultabile al seguente indirizzo https://siberiantimes.com/other/others/news/barking-mad-or-the-way-to-the-future-as-cloned-laika-dogs-come-home-to-yakutia/.

[10] Cfr. The Siberian Times reporter, “Cloned laika dog supermum gives birth to her second litter of 7 puppies in 7 months”, The Siberian Times, 20 gennaio 2020. Consultabile al seguente indirizzo https://siberiantimes.com/other/others/news/cloned-laika-dog-supermum-gives-birth-to-her-second-litter-of-7-puppies-in-7-months/.

[11] Cfr. The Siberian Times reporter, “Cloning of mammoth will be successful in 10 years, predicts head of region earmarked for their home”, The Siberian Times, 18 settembre 2018. Consultabile al seguente indirizzo https://siberiantimes.com/science/opinion/news/cloning-of-woolly-mammoth-will-be-successful-in-next-ten-years-predicts-head-of-region-earmarked-for-their-home/.

Autore articolo

Federica Fiorletta

Federica Fiorletta

Redattrice

Laureata in Lingue, Culture e Traduzione Letteraria. Anglista e francesista, balzo dai grandi classici ottocenteschi alle letterature ultracontemporanee. Il mio posto nel mondo è il mondo, viaggio – con il corpo e/o con la mente – e vivo per scrivere.

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