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Specie aliene, le Nazioni Unite lanciano l’allarme

Gli ecosistemi, l’economia e la salute umana ne stanno risentendo. È giunto il momento di agire

granchio blu

Siamo un cancro per questo pianeta e a dircelo, ancora una volta, sono i danni che abbiamo provocato agli ecosistemi a causa dell’introduzione di centinaia di migliaia di specie aliene. A tuonare è il New York Times[1], che sulle colonne del proprio prestigioso giornale riporta i risultati di un attento studio scientifico condotto dalle Nazioni Unite, sulla perdita di biodiversità e i danni anche economici causati dal fenomeno. Vi dice niente il caso del granchio blu in Italia? Ecco, quello è forse uno degli esempi più eclatanti che ci riguardano ma non è il solo.

Specie aliene: cosa dicono i dati

I dati riportati dal rapporto raccontano di un danno all’economia globale di 423 miliardi di dollari; danni che riguardano l’ambiente, i sistemi alimentari e la salute umana, fortemente minacciata. Non ci credete? Sappiate che gli incendi delle Hawaii di questa estate, che hanno ucciso almeno 115 persone, hanno avuto la preziosa collaborazione di un’ampia varietà di erbe aliene invasive che hanno favorito la siccità e il propagarsi delle fiamme.

Quello dell’IPBES, The Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Service[2]s, non è il primo studio di questo genere ma è forse il più accurato fino a questo momento. Dagli anni ’70 ad oggi i costi provocati da questo fenomeno si sono quadruplicati e, dicono gli esperti, si contano 37.000 specie aliene introdotte, volontariamente o non, dall’uomo in altri ambienti. Di questi, oltre 3.500 sono stati valutati come invasivi e dannosi per gli ecosistemi.

Specie aliene: di che fenomeno parliamo

Per meglio comprendere le dimensioni e – ci concederete – l’assurdità del fenomeno, il granchio costiero europeo ha invaso le coste del New England danneggiando il commercio dei molluschi; Italia e altre aree del Mediterraneo sono, invece, infestate dal granchio blu (fonte immagine di copertina: Ilrestodelcarlino.it), o granchio reale, crostaceo originario delle coste atlantiche da nord a sud, patendo lo stesso tipo di danno.

Ma quello dei granchi non è il solo caso che potremmo citare. In India la falsa cozza caraibica sta causando forti problemi al settore della pesca o, ancora, come dimenticare i danni alla salute causati dalle zanzare: malaria, febbre di Dengue e virus Zika prime tra tutte. La situazione è drastica specialmente sui territori insulari. In più di un quatto delle isole del mondo, il numero di specie non autoctone invasive supera il numero di specie autoctone.

Il caso italiano del granchio blu

Se spostiamo il nostro focus qui, in Italia, con quello che sta accadendo col granchio blu, possiamo capire meglio le ricadute, in termini ambientali e economici, del fenomeno. Nome scientifico Callinectes sapidus, vive a temperature comprese tra i 3 e i 35 gradi, in acqua dolce, salata e salmastra. Può arrivare fino a un chilo di peso, grazie alla sua dieta onnivora che include vongole, cozze, crostacei, avannotti, pesci e uova. Non solo. Oltre ad avere un grande appetito, si tratta un animale particolarmente prolifico, in grado di deporre fino a 2 milioni di uova l’anno, per ciascun esemplare femmina[3]. Mentre nell’oceano il granchio reale incontra predatori che ne mantengono stabile la popolazione, nel Mediterraneo questi nemici non ci sono.

Ma come è arrivato in Italia? Il granchio blu è giunto sulle nostre coste ‘per sbaglio’, attraverso le navi cargo utilizzate per i commerci internazionali, come è già capitato per il pesce siluro, il pesce persico, le nutrie, ecc. Ed è così che anche il nostro settore ittico è entrato in crisi, spopolando i nostri banchi del supermercato da cozze e vongole, ma dando spazio a questo nuovo prodotto che attualmente viene venduto a circa 40 euro al chilo ma con prezzo in continua crescita. Danno stimato per l’economia italiana? 100 milioni di euro. Il governo italiano, al momento, è intervenuto stanziando 2,9 milioni di euro in favore delle cooperative della pesca per tenerne sotto controllo la popolazione, aprendo anche una stagione straordinaria di pesca al granchio, fruttata già 326 tonnellate di raccolto solo in Veneto[4].

Specie aliene: cosa possiamo fare?

Cosa possiamo fare per mettere un freno a questo fenomeno? Lo scorso anno gran parte dei Paesi del mondo hanno sottoscritto un accordo per proteggere la biodiversità, dimezzando l’introduzione di specie invasive. Fermare l’approdo di specie aliene in territori ancora ‘vergini’ deve essere l’imperativo comune a tutti. In seconda battuta, dicono gli esperti, deve esserci l’impegno a valutare le conseguenze sull’ambiente dovute all’introduzione di una specie non autoctona in un dato territorio. Perché, come spesso accade, prevenire è molto meglio che curare.


[1] Manuela Andreoni, “”, New York Times, 2023. Consultabile al seguente indirizzo: https://www.nytimes.com/2023/09/04/climate/invasive-species-cost-ipbes.html?unlocked_article_code=FHa3r3cO1doC0qgn3_88lgnayY9XdKh8DQ8QwL9G0Ttkjy29UWyX3w-2GjM1bUXZndsByS1T-xtihhqEv6vwrTbaQvkcW73L70VoTAO__TapS7UxtQyZgW-MUcAExrNP2wwO2yca_u6_UjmxooFxdQ620ifDDWfUOck7wep0vqDBnkJ0aEsW090x4ZP720K4HrTFawWZAfLzTCKJtVNvj8AH6NRjHrz6vxrQLc4AnCjxaKMEI-mu2KxD6BzOo92gQWwDZ2mwlW6MIfXSWIUPUKCC9pypg1_ImM0nxFAsfaMmDtPZsFP1NKNSpKb2SKcER2V_mh6ZxcX4mUW4hjyKcjZcSOjA&smid=url-share&utm_source=Nature+Briefing&utm_campaign=9c7e18b877-briefing-dy-20230905&utm_medium=email&utm_term=0_c9dfd39373-9c7e18b877-46136706

[2] IPBES, “IPBES Invasive Alien Species Assessment: Summary for Policymakers”, 2014. Consultabile al seguente indirizzo: https://www.ipbes.net/IASmediarelease

[3] Kevin Carboni, “Cos’è il granchio blu che sta invadendo l’Italia”, Wired, 2023. Consultabile al seguente indirizzo: https://www.wired.it/article/granchio-blu-vongole-italia/

[4] Lorenzo Sorrentino, “Lo spettro del granchio blu, fra danni economici e perdita di biodiversità”, Fortune Italia, 2023. Consultabile al seguente indirizzo: https://www.fortuneita.com/2023/08/19/lo-spettro-del-granchio-blu-fra-danni-economici-e-perdita-di-biodiversita/


Autore articolo

Martina Shalipour Jafari

Martina Shalipour Jafari

Redattrice

Giornalista pubblicista ed esperta di comunicazione digitale.
Instancabile lettrice e appassionata di cinema.
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