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A un passo dall’estinzione: il genere umano ci è andato molto vicino

La scoperta fatta da un team di ricercatori italiani e cinesi che ha individuato un collo di bottiglia circa 800 mila anni fa


Cos’ha provocato la quasi estinzione del genere umano – o meglio a quella dei nostri antenati – circa 800 mila anni fa? Se lo chiedono ormai da qualche settimana gli antropologi, e non solo, di tutto il mondo. A dirlo è un recente studio, apparso sulla rivista Science[1], condotto e pubblicato da studiosi italiani e cinesi i quali, attraverso un modello coalescente di recente sviluppo per prevedere le dimensioni della popolazione umana, hanno osservato questa ‘insolita’ riduzione della popolazione. Ma vediamo nel dettaglio cosa è emerso.

Estinzione umana: cosa è successo

I numeri sono quelli di una vera estinzione: oggi contiamo una popolazione di oltre 8 miliardi di persone ma, a quell’epoca, gli antenati presenti sulla terra non erano più di 1.280. Il periodo coinvolto è quello del Pleistocene, in un lasso di tempo compreso tra 1 milione e gli 800 mila anni fa. In quel momento il nostro pianeta era nel pieno di cambiamenti climatici, con fenomeni di glaciazione di lunga durata che hanno causato, nel continente africano, lunghe e persistenti siccità.

La popolazione di ominidi, a quel tempo parliamo di uomo di Neanderthal e di Denisova, contava circa 100.000 individui. Il calo è stato drastico, drammatico. Lo sconvolgimento climatico ha provocato la scomparsa di queste specie di ominidi per dare inizio, dopo un periodo di stabilità numerica di 117 mila anni, all’alba dell’Homo Sapiens. Insomma, se oggi la popolazione umana è così come la conosciamo, è ‘grazie’ a questo momento di crisi.

Il modello di coalescenza

Il metodo di indagine utilizzato dai ricercatori è di nuova introduzione. Il modello di coalescenza non è estraneo alla ricerca ma, in questo caso, è stato affinato. Viene utilizzato nella ricerca genetica per studiare l’andamento filogenetico di geni e alleli all’interno di una popolazione di riferimento[2]. Prendendo come riferimento un gruppo finito di geni o alleli, soggetti a un tasso costante di mutazione (deriva genetica), andando a ritroso nel tempo è possibile individuare un progenitore comune.

Utilizzando questo metodo i ricercatori sono riusciti a tornare a ritroso nel tempo, partendo da soggetti contemporanei, esaminando i rami più fini dell’albero genealogico, identificando eventi evolutivi importanti[3]. Dopo questo momento di crisi la popolazione di ominidi ha ripreso a crescere facendo emergere il gruppo prevalente dal quale discende l’Homo Sapiens. È in questa fase, infatti, che si osserva un aumento delle dimensioni del cervello ‘umano’ lasciandosi alle spalle circa 2/3 della diversità genetica che c’era stata fino a quel momento.

A un passo dall’estinzione: cosa ci serve ancora sapere?

Come sempre avviene nella scienza, le scoperte sono messe in continua discussione da altri studiosi che cercano di approfondire, rimaneggiare e migliorare la nostra conoscenza sull’argomento. Nick Ashton, archeologo del British Museum di Londra, ad esempio è dubbioso circa la possibilità che questo collo di bottiglia abbia potuto coinvolgere il globo nella sua interezza. Il ricercatore britannico è persuaso, piuttosto, che possa essersi trattato di un crollo demografico regionale. Chi avrà ragione? Ulteriori approfondimenti potranno, forse, fornirci qualche informazione preziosa per comprendere meglio il nostro passato.


[1] Wangjie Hu et al., ‘Genomic inference of a severe human bottleneck during the Early to Middle Pleistocene transition’. Science 381,979-984(2023). DOI: 10.1126/science.abq7487

[2] Treccani, ‘Coalescenza’, consultabile al seguente link: https://www.treccani.it/enciclopedia/coalescenza_%28Enciclopedia-della-Scienza-e-della-Tecnica%29/

[3] Anna Ikarashi, ‘Human ancestors nearly went extinct 900,000 years ago’, Nature, 2023. Consultabile al seguente indirizzo: nature.com/articles/d41586-023-02712-4?utm_source=Nature+Briefing&utm_campaign=8149997f01-briefing-dy-20230901&utm_medium=email&utm_term=0_c9dfd39373-8149997f01-46136706


Autore articolo

Martina Shalipour Jafari

Martina Shalipour Jafari

Redattrice

Giornalista pubblicista ed esperta di comunicazione digitale.
Instancabile lettrice e appassionata di cinema.
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