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Dormire rende più generosi

Il sonno è una questione sociale

dormire

Abbiamo sempre pensato che la generosità fosse un fatto caratteriale, oppure qualcosa che si apprende all’interno del contesto familiare in cui si cresce.
Questo è di sicuro vero, ma recentemente la scienza ha dimostrato che la generosità di una persona è anche questione di una dormita come si deve.
Se una nottataccia, infatti, ti rende irascibile e poco affabile il mattino seguente, un sonno tra due guanciali potrebbe trasformati in una persona nuova: tranquilla, rilassata e generosa, appunto. Ma vediamo insieme qualche dettaglio in più.

Dormire rende più generosi: lo studio americano sul sonno

I ricercatori statunitensi Eti Ben Simon e Matthew Walker, hanno indagato gli effetti di un buono e di un cattivo sonno, riscontrando che quest’ultimo non ha solo effetti negativi sull’individuo stesso, ma anche sulla cerchia sociale che lo circonda e perfino su individui sconosciuti[1].
Questo studio può essere definito il prolungamento di una precedente ricerca, condotta dall’Università di Berkley in California e pubblicata sulla rivista Plos Biology, in cui emerge che anche solo un’ora di sonno persa da un’intera nazione, come accade con il cambio all’ora legale, può generare effetti negativi sulla coscienza collettiva[2].
Chi avrebbe mai pensato che una dormita finita male avrebbe potuto compromettere il sentimento altruistico di milioni di persone contemporaneamente?
Ma alcuni dati dissipano lo scetticismo, dimostrando che le donazioni per beneficenza diminuiscono del 10% nei Paesi in cui i residenti passano all’ora legale, perdendo quindi un’ora della loro giornata[3].

Il nuovo studio degli scienziati Simon e Walker dimostra, attraverso alcune sperimentazioni, che la “buona predisposizione” ad ascoltare e ad aiutare gli altri viene altamente compromessa se l’individuo è stanco oppure ha trascorso una notte insonne.

Dormire rende più generosi: gli esperimenti

Nella prima fase di sperimentazione, 24 persone senza problemi fisici o psicologici sono state sottoposte a una FMRI, risonanza magnetica funzionale, con lo scopo di scansionare l’attività cerebrale dopo 8 ore di sonno e dopo una notte trascorsa insonne.
I risultati non sembrano lasciare dubbi: la rete della cognizione sociale, legata ad alcune particolari aree del cervello, risulta molto più inibita dopo aver trascorso una notte di pessimo sonno.

La seconda fase della sperimentazione, invece, ha previsto il monitoraggio attivo di alcune persone da remoto, prendendo in esame le loro abitudini notturne. I parametri dell’analisi vertevano sulla qualità del loro sonno, naturalmente, la quantità e le volte che si sono svegliati per andare in bagno oppure a prendere un sorso d’acqua.
Dopodiché, è stato testato il loro altruismo con piccoli gesti che, nella frenesia della quotidianità, non giudicheremmo vero e proprio altruismo (bensì semplice cortesia), come aprire la porta a qualcuno che ha le mani impegnate, aiutare ad attraversare la strada a una signora anziana oppure, ancora, bloccare l’ascensore mentre arriva qualcuno in ritardo che sta per perderlo. Anche in questo caso i risultati parlano chiaro: le persone che avevano dormito meno i quattro giorni seguenti non hanno superato queste “prove”, dimostrandosi meno desiderosi di aiutare il prossimo.

Dormire rende più generosi: la terza fase degli esperimenti

Quando parliamo di generosità e altruismo ai livelli massimi, stiamo parlando di beneficenza e donazioni volontarie a enti che si occupano di gestire le risorse per aiutare specifiche categorie di persone o l’ambiente, o ancora gli animali.
Un atto estremo di fiducia da parte del sostenitore che crede in quella causa e ne diventa parte integrante attraverso il suo supporto. Ecco dunque, che la terza fase della sperimentazione degli scienziati Simon e Walker ha indagato 3 milioni di donazioni per beneficenza negli Stati Uniti tra il 2001 e il 2016[4].

Inutile a dirsi: quando la popolazione ha dormito un’ora in meno, le cifre delle donazioni si sono arrestate o abbassate.
Il sonno non può più essere pensato come un sistema individuale, ma come qualcosa che agisce al livello sociale, modificando profondamente alcuni tessuti e apportando cambiamenti imprevedibili alla coscienza collettiva.
Che dire, adesso possiamo essere un po’ più consapevoli dei nostri atti di altruismo e non sentirci in colpa se qualche giorno preferiamo non badare agli altri. La colpa è del poco sonno, no?


[1] A restful way to feel more generous: get more sleep, 2022, nature.com.

[2] Valentina Arcovio, Chi dorme poco è più egoista, Repubblica, 2022.

[3] Ibid, Repubblica, 2022.

[4] Maria Rita Montebelli, Sonno ed economia, se dormi poco sei meno generoso, 2022, fortune.com.


Autore articolo

Sara Giovannoni

Sara Giovannoni

Redattrice

Copywriter pubblicitario, cinefila, nerd.
 Cerco di vivere la vita sempre con la curiosità e lo stupore di un bambino.
Amo scrivere delle cose che mi appassionano,
ecco perché spero di pubblicare, prima o poi, il mio libro sul Giappone.
 
Intanto keizoku wa chikara nari. 
Se volete, andate a cercare il significato!

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