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Sonno interrotto: un booster per la nostra creatività

È vero che quello stato di transizione dalla veglia al sonno (e viceversa) stimola la nostra creatività? Risponde la Scienza

Sonno interrotto

Come stimolare la nostra creatività? Alcuni sostengono addormentandosi. Una teoria apparentemente bizzarra, ma non del tutto nuova, tanto è vero che tra i suoi più grandi promotori troviamo l’inventore statunitense Thomas Edison (1847-1931) e l’artista spagnolo Salvador Dalì (1904-1989).

Più recentemente, questa ipotesi ha incuriosito, tra gli altri, anche la scienziata francese Delphine Oudiette, ricercatrice presso la Sleep Unit del Centro Ospedaliero Universitario Pitié-Salpêtrière di Parigi. Lo studio condotto dal suo team di ricerca è stato pubblicato lo scorso 8 dicembre sulla rivista Science Advances.

Stimolare la creatività grazie al sonno: la tecnica di Thomas Edison

La suddetta teoria vorrebbe che la nostra creatività possa ricevere una forte spinta proprio durante la fase di transizione dalla veglia al sonno (quella “N1”, dalla durata media di pochi minuti), ovvero durante il cosiddetto “stato ipnagogico”, uno stato ancora di coscienza.

Per aumentare la sua capacità inventiva, dunque, Edison era solito lasciarsi addormentare tenendo una palla di acciaio in tutte e due le mani, di modo che quest’ultime cadessero e, facendo rumore, lo svegliassero nel momento in cui stava per addormentarsi più profondamente.

Per il suo esperimento, la ricercatrice Oudiette si è ispirata proprio a questa tecnica del celebre inventore.

Sonno interrotto

Il recente studio alla ricerca di un link tra creatività e sonno

L’esperimento condotto dal team di ricerca francese ha coinvolto 103 persone, alle quali è stato chiesto di risolvere una serie di problemi matematici, tutti facilmente risolvibili con un solo piccolo trucco.

Ai partecipanti allo studio è stato concesso di fare qualche primo tentativo, poi di riposarsi per una ventina di minuti e poi, ancora, di poter tentare una seconda volta. In 16 sono riusciti ad individuare la scorciatoia risolutiva prima della fase di riposo e tutti e 16 sono stati esclusi dalle successive considerazioni per lo studio.

Dopo i primi tentativi fallimentari, dunque, gli scienziati hanno lasciato che le 87 persone rimanenti riposassero, incoraggiandole ad appisolarsi, sdraiate sulla schiena e con gli occhi chiusi, all’interno di un ambiente sufficientemente buio.

Sullo scalpo dei partecipanti all’esperimento sono stati posizionati degli elettrodi, per confermare ai ricercatori l’effettivo stato di veglia o sonno dei soggetti, e a quest’ultimi, su esempio di Edison, è stato inoltre chiesto di tenere in mano una bottiglia.

Quali sono state le conclusioni?

24 persone sono entrate in stato ipnagogico per circa 30 secondi, 14 sono passate dalla fase N1 a quella successiva e il restante numero è rimasto sveglio, non addormentandosi affatto. L’83% dei primi, il 31% dei secondi e il 14% degli ultimi è riuscito a scoprire il trucchetto e a risolvere i problemi matematici.

Come dedotto dai dati da loro raccolti, secondo gli scienziati, quindi, sono bastati anche solo 15 secondi in fase N1 per triplicare le possibilità dei partecipanti di trovare una soluzione ai calcoli, mentre, invece, le possibilità si sono rivelate nulle entrando nella fase di sonno più profondo.

Creatività

Siete, dunque, in cerca di creatività? Avete bisogno di nuovi stimoli? Potreste fare un tentativo alla Edison o alla Dalì, se preferite. Una cosa è certa, quello ipnagogico è uno stato di coscienza ancora da esplorare e decisamente tutto da sfruttare.

Lo ritiene vero anche Adam Haar Horowitz, research assistant presso il Massachusetts Institute of Technology, che si è detto, infatti, entusiasta delle conclusioni a cui è giunto lo studio sopracitato. Proprio lui che, non a caso, potrebbe essere definito come l’“erede di Thomas Edison”, in quanto l’inventore di un dispositivo, chiamato Dormio, pensato proprio con la specifica funzione di svegliare le persone quando queste entrano nello stato ipnagogico[1].

Allora, creativi, cosa state aspettando? Se è vero che la tecnologia ci aiuta, però, può bastare anche meno per mettersi alla prova!


[1] Cfr. Clare Wilson, “Interrupting sleep after a few minutes can boost creativity”, New Scientist, 8 dicembre 2021. Consultabile al seguente indirizzo https://www.newscientist.com/article/2300883-interrupting-sleep-after-a-few-minutes-can-boost-creativity/?utm_source=Nature+Briefing&utm_campaign=9a2f9f8ce0-briefing-dy-20211209&utm_medium=email&utm_term=0_c9dfd39373-9a2f9f8ce0-46136706.

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Autore articolo

Federica Fiorletta

Federica Fiorletta

Redattrice

Laureata in Lingue, Culture e Traduzione Letteraria. Anglista e francesista, balzo dai grandi classici ottocenteschi alle letterature ultracontemporanee. Il mio posto nel mondo è il mondo, viaggio – con il corpo e/o con la mente – e vivo per scrivere.

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