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L’origine dei cani domestici: un passato da lupi

Uno studio ci rivela in parte il mistero della domesticazione

Origine dei cani

Quando e dove i cani – gli amici più fidati dell’uomo – siano comparsi per la prima volta sulla Terra resta tuttora uno dei più grandi misteri della domesticazione.

I vari tentativi fatti finora, che si sia trattato di analizzare dei reperti archeologici o di sequenziare il DNA di esemplari moderni, non ci hanno ancora permesso di trovare una risposta esaustiva, certa. È per questo, allora, che un gruppo di ricercatori ha deciso di percorrere una nuova strada, interrogando più nello specifico il passato dei lupi, poiché è da questi che sarebbero discesi i cani.

A conclusione dello studio, il caso è tutt’altro che chiuso, ma comunque ci sono state riservate delle interessanti scoperte. Vediamo quali!

L’origine dei cani domestici: quando l’uomo incontrò il lupo

Il primo incontro tra l’uomo e il lupo, dal quale poi, pian piano, avrebbe preso avvio il processo di domesticazione, risalirebbe ad almeno 15.000 anni fa, se non addirittura a 23.000. Il periodo sarebbe coinciso con quello dell’ultima era glaciale e, secondo la teoria più accreditata, sarebbero stati i lupi più timidi ad avvicinarsi agli insediamenti umani per accaparrarsene gli scarti. Poi, nel corso del tempo, si sarebbero tramandati dei geni che li avrebbero resi sempre più docili sia nei comportamenti che nei tratti e, contemporaneamente, anche gli uomini vi avrebbero scoperto degli animali a loro utili sia per la caccia che per la guardia agli accampamenti.

Dove, però, sia successo che i lupi – nelle vesti di antenati dei nostri moderni animali da compagnia – e gli uomini si siano trovati e scelti per la prima volta è stato ed è ancora questione di dibattito. Alcuni, sulla base di analisi genetiche condotte sui nostri cani, sostengono che quest’ultimi provengano dall’Asia orientale, mentre altri, sulla base di differenti evidenze genetiche e archeologiche, ritengono, invece, che i nostri cuccioli siano originari della Siberia, del Medio Oriente, dell’Europa occidentale o, forse, di provenienza multipla. I ricercatori sono riusciti a scoprire qualcosa di nuovo, di più preciso?

L’origine dei cani domestici: sequenziati 72 genomi

Lo studio sopracitato, che è stato guidato da un genetista del Francis Crick Institute, ha coinvolto archeologi, antropologi e genetisti, nonché numerosi altri studiosi (in tutto, ci sono 81 co-autori), di ben 16 nazioni diverse.

I membri del gruppo di ricerca internazionale hanno messo insieme le loro risorse per sequenziare i genomi di 66 lupi antichi, ai quali ne sono stati aggiunti 6 già sequenziati in precedenza da esemplari rinvenuti in siti archeologici dell’Europa, della Siberia e del Nord America. Avvalendosi di un computer software, i ricercatori hanno poi comparato i dati ottenuti dai 72 sequenziamenti per abbozzare un gigantesco albero genealogico dei lupi antichi.

Sebbene molto distanti tra loro, le varie popolazioni sono risultate sorprendentemente interconnesse tra loro, a suggerire che gli animali di fatto si siano spostati anche su lunghe distanze e che, nel corso di questi spostamenti, si siano occasionalmente accoppiati tra loro. 

E allora i cani?

L’origine dei cani domestici: l’analisi comparativa

Dalla comparazione di antico e moderno, i nostri cani sono risultati molto più imparentati con i lupi antichi dell’Asia orientale che con quelli d’Europa… Che sia da lì che provengono? In realtà, nemmeno con quest’analisi genomica si è riusciti ad identificare un antenato diretto dei cani moderni, per cui il luogo della domesticazione resta ancora un mistero.

Secondo un altro studio, condotto da un biologo evoluzionista della Graduate University for Advanced Studies, in Giappone, il parente più prossimo dei nostri fidatissimi animali da compagnia sarebbe da rintracciarsi in una sottospecie di lupo giapponese ormai estinta: il Canis lupus hodophilax, anche detto il “lupo nano del Giappone”.

L’origine dei cani domestici: che cosa abbiamo scoperto finora?

Come anticipato, dunque, il caso non è ancora chiuso. Le indagini genomiche ci hanno però permesso di scoprire anche altro, ovvero di individuare quali geni abbiano proliferato tra le varie specie nel corso di circa 30.000 generazioni. Uno di questi, ad esempio, è coinvolto nello sviluppo craniofacciale degli animali: diffusosi all’incirca 40.000 anni fa, nell’arco di 10.000 anni, il gene in questione sarebbe passato dall’essere incredibilmente raro all’essere al 100% presente nei lupi antichi. E lo è ancora oggi, sia nei lupi che nei cani moderni.

La stessa cosa dovrebbe essere accaduta con altri geni correlati all’olfatto. Questi dati suggeriscono che gli animali si siano evoluti, sviluppando molto probabilmente delle mascelle più forti e un senso dell’odorato più sopraffino, per meglio adattarsi e sopravvivere alle dure condizioni di vita nell’era glaciale. In questo modo, infatti, sarebbe stato più facile per loro procacciarsi il cibo.

In conclusione, le domande a cui bisogna trovare ancora una risposta sono tante e ovviamente possono sorgerne sempre di nuove, ma le scoperte che si possono fare anche solo “per caso” rendono il tutto sempre più affascinante.

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Autore articolo

Federica Fiorletta

Federica Fiorletta

Redattrice

Laureata in Lingue, Culture e Traduzione Letteraria. Anglista e francesista, balzo dai grandi classici ottocenteschi alle letterature ultracontemporanee. Il mio posto nel mondo è il mondo, viaggio – con il corpo e/o con la mente – e vivo per scrivere.

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