Written by 10:35 Bright Light, Home

DeepSeek: l’intelligenza artificiale cinese che ha smosso il mondo

La Cina fa il suo ingresso a gamba tesa nel settore dell’AI e sconvolge Wall Street

PC

In uno dei nostri articoli, abbiamo parlato di come l’intelligenza artificiale (AI) sia il nuovo campo di battaglia dei grandi paesi del mondo. Recentemente, ha fatto il suo ingresso, in questo scenario, la Cina, con un nuovo modello di intelligenza artificiale che ha lasciato la Silicon Valley (e il resto del mondo) a bocca aperta. Stiamo parlando di DeepSeek.

DeepSeek: dalla Cina con furore

A poche ore dall’on air, DeepSeek diventa l’app di intelligenza artificiale più scaricata del momento, tanto da portare gli Stati Uniti ad abbandonare il loro primato nel settore. Si tratta di un modello di chatbot AI che sembra non avere nulla a che fare con i sistemi che abbiamo imparato a conoscere e a utilizzare in questi ultimi anni.
Un pensiero, questo, che viene direttamente dagli addetti ai lavori, tanto che hanno gridato a una vera e propria rivoluzione tecnologica. 

Ma perché? Cos’ha di così tanto speciale DeepSeek?

Iniziamo col dire che lo scossone è arrivato direttamente a Wall Street. L’ingresso sul mercato della nuova start-up cinese ha fatto scendere a picco i titoli legati alla tecnologia e, in particolare, le azioni di Nvidia (una delle aziende più importanti al mondo nel settore dei chip e dell’AI) hanno subito un crollo per il 17%. 
Mentre OpenAI ha investito miliardi di dollari per sviluppare e raffinare ChatGPT, sembra che DeepSeek-R1 sia stata creata con appena 5,6 milioni di dollari. 

Ma la vera rivoluzione risiede nel suo innovativo sistema. 

Fino adesso, i modelli di intelligenza artificiale si sono concentrati sul “radunare” quante più informazioni possibili, così da consentire alla tecnologia di attingere dai dati per creare un output soddisfacente. Con DeepSeek il focus si è spostato dalle risorse di calcolo al ragionamento.

DeepSeek: un modello avanzato

Gli ultimi avanzamenti di DeepSeek R-1 e R1 Zero hanno raggiunto in poco tempo i modelli di simulazione del ragionamento delle grandi Big-Tech che già conosciamo. Il sistema è in grado di scomporre il problema in elementi più basilari, così da “affrontarli” in modo più semplice. Questa è la base di partenza per ogni sistema, ma DeepSeek ha compiuto dei passi in più. 

A fronte dell’addestramento dell’intelligenza artificiale alla risoluzione dei problemi, la start-up cinese risponde con un modello in grado di apprendere (e quindi “allenarsi”) in modo autonomo e costante.  Ad infuocare ancora di più la situazione c’è la questione chip

Il governo degli Stati Uniti ha introdotto una serie di controlli e di restrizioni per limitare l’esportazione dei propri prodotti attraverso la Cina, così da renderle difficile la possibilità di studiarne il funzionamento e replicarli proprio per la costruzione di modelli di AI più avanzati. Ma nei documenti ufficiali relativi a DeepSeek viene dichiarato che il sistema dispone di un cluster di 10mila chip Nvidia A100, gli stessi che rientravano nella lista di restrizioni identificata dal governo statunitense. Non solo, altri documenti resi pubblici negli anni successivi al 2022. DeepSeek chiarisce che il sistema utilizza altri chip della casa Nvidia. 

Ma, a prescindere da quali siano i suoi componenti, la start-up cinese ha aperto la strada a un nuovo modo di concepire l’intelligenza artificiale che, presto o tardi (presumibilmente presto) finirà per “intromettersi” in ogni azienda che desideri sperimentarne le capacità e opportunità. 

DeepSeek: l’app è sparita in Italia

Se fino a qualche giorno fa l’app di DeepSeek era scaricabile da App Store, ad oggi in Italia risulta sparita. Alcune fonti riportano che la rimozione dell’app da parte di Google riguarda unicamente il mercato italiano, per ora, e che le cause sono riconducibili a un severo controllo da parte del Garante per la privacy. 

Altre fonti, invece, affermano che è stata la stessa DeepSeek a ritirare l’app dal mercato italiano, per non incorrere in pesanti sanzioni dovute a una superficiale attenzione e tutela della privacy. 

Fonti: Wired, ANSA, HDblog, IlPost


Autore articolo

Sara Giovannoni

Sara Giovannoni

Redattrice

Copywriter pubblicitario, cinefila, nerd.
 Cerco di vivere la vita sempre con la curiosità e lo stupore di un bambino.
Amo scrivere delle cose che mi appassionano,
ecco perché spero di pubblicare, prima o poi, il mio libro sul Giappone.
 
Intanto keizoku wa chikara nari. 
Se volete, andate a cercare il significato!

(Visited 10 times, 1 visits today)
Close